Un marchio per la pizza barese

La Samer impegnata a redigere il disciplinare con 250 commercianti


Un marchio per la pizza barese

 Margiotta: “Due gli obiettivi: assicurare a questa pietanza una sostenibilità alimentare, in quanto a qualità e salubrità; valorizzare e promuovere gli ingredienti e la materie prime locali”

“Si fa presto a dire pizza. Si farebbe meglio, prima di usare in modo improprio la parola, ad essere certi di ingredienti e procedure di impasto e cottura che devono assicurare a questa pietanza una sostenibilità alimentare, in quanto a qualità e salubrità. Una marchio per la pizza barese mi pare un punto d’arrivo importante oltre che una necessità di salvaguardia dei prodotti e delle buone prassi produttive del nostro territorio nonché dei consumatori. Il mercato è confuso: il vero made in Italy è costantemente minacciato da prodotti falsi che giocano su assonanze di nomi e etichette. E confusi, inevitabilmente, sono i consumatori”.

Lo ha dichiarato Giuseppe Margiotta, presidente della Samer, azienda speciale della Camera di Commercio di Bari, al termine di un incontro con alcuni degli aderenti all’associazione  L.u.c.a. (Libera Unione Commercianti Abulia; ne fanno parte 250 commercianti ) per la definizione del disciplinare funzionale all’ottenimento del marchio.

“Siamo a buon punto – aggiunge Margiotta –.  La Samer si è impegnata a collaborare alla realizzazione del disciplinare che è un passo molto importante. Ci si danno delle regole, su ingredienti e procedure, da rispettare nella preparazione della pizza per poter poi esibire un marchio. Una azione collettiva di rilievo, per porsi sul mercato in modo credibile riguardo alla qualità di prodotto. Come braccio operativo nelle iniziative per la qualità della Camera di commercio di Bari, crediamo che un marchio per la pizza barese sia una buona azione di marketing e comunicazione ma soprattutto abbia il valore aggiunto di valorizzare e promuovere le materie prime soprattutto locali, dall’olio extravergine alla mozzarella, di cui conosciamo bene la storia e l’impegno per produrle. Le ricadute positive non possono che essere di sistema. Anche la pizza può avere la sua filiera”.